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Se esistesse una Groot Eiland in ogni città

Il bando delle terre pubbliche di Roma ha smosso speranze ed aspettative, la Cooperativa Coraggio, che avevamo incluso come tutor del progetto Salsifi ci invita a parlare del modello CSA (Comunità a Supporto dell’agricoltura) al primo incontro di orientamento per applicare al bando, partendo dal presupposto che chi si approccia all’agricoltura senza mezzi economici ha difficoltà a tenere in piedi economicamente il progetto, mentre la stabilità economica di una CSA si conferma ad inizio anno. 

Nasce così a seguito del progetto Salsifi l’idea di seguire come tutor  la creazione di una CSA sulle terre pubbliche di Roma da parte di Deafal in collaborazione con la Cooperativa Coraggio e la CSA Semi di Comunità.

Questo follow up del progetto SALSIFI, ci stimola a presentare un progetto vincente di cooperativa sociale misto CSA, sperando di dare spunti ed idee.

Nel 2022 durante un incontro a  Bruxelles del progetto SALSIFI legato al miglioramento delle capacità di advocacy per le CSA ed LSPA, la DEAFAL con il contributo della RESS rappresenta  la RICSA Rete Italiana CSA, alla scoperta della cooperativa sociale Groot Eiland. Sono una conoscenza entusiasmante, l’esempio di cosa succede se le molteplici CSA di una città si affiliano con progetti di economia solidale in una rete collaborativa.

Groot Eiland nasce come Associazione di Promozione Sociale per l’impiego di persone diversamente abili, si evolve in una Cooperativa Sociale attiva in 3 campi: Ristorazione, Falegnameria e Agricoltura, con la particolarità ulteriore che in agricoltura biologica non fanno solo cibo, ma anche fiori.

Giro dei campi a Groot Eiland

2015 fondazione cooperativa sociale Groot Eiland https://www.grooteiland.brussels

2020 fondazione CSA CourJette https://courjette.grooteiland.brussels/en 

2021 fondazione CSA FleurAkker https://fleurakker.grooteiland.brussels/en

Tutto inizia nel 2015 con il bando che comprendeva quello che ora è il ristorante “Bel Mundo” ed il fazzoletto di terra in mezzo ai palazzi con cui si erano proposti di rifornire di verdure il ristorante adiacente.

Nel 2022 con l’agricoltura e la falegnameria riforniscono 8 ristoranti che fanno parte del progetto, ed ogni anno se ne aggiunge uno nuovo, inoltre il negozio biologico BelFood, anch’esso parte del progetto, ed altri 2 ristoranti in città che ricevono le loro verdure.

La partecipazione volontaria dei soci all’agricoltura avviene durante  i giorni di lavoro stabiliti, ma non nel ristorante o in falegnameria dove per ragioni di sicurezza non si può applicare il modello CSA del socio volontario.

Ristorazione sotto forma di cooperativa sociale

Tutti i giorni il menù cambia, perché devono gestire ingredienti diversi a seconda del meteo e con una inferiore varietà di verdure rispetto al mercato libero. Molti chef sono abituati a pianificare con 1 o 2 mesi di anticipo il loro menù, ma qui non si può fare, ed è una bella sfida.

I ristoranti si riforniscono dai progetti della rete e non comprano quasi niente dall’esterno…

Cosa comprano di quel quasi niente?

Ad esempio le patate, sia perché non si producono mai abbastanza patate ed anche perché le patate biologiche non si mantengono abbastanza a lungo per coprire l’intero anno, quindi vengono comprate tramite il negozio. La carne, che sul menù è solo alcuni giorni alla settimana per garantire anche giornate vegetariane e vegane, ma quando c’è, è stagionale. In estate e dopo natale in particolare organizzano barbecue, con gli scarti della grande produzione, trovando così il compromesso di recuperare ciò che andrebbe buttato dai supermercati. 

Non ci sono mai dei momenti in cui non hanno cibo in campo per i loro ristoranti, nessuno è obbligato a comprare cibo da fuori, è una scelta.

Oggi il ristorante Bel Mundo ha servito più di 100 coperti. A pranzo è quasi sempre pieno, mentre la sera è più calmo, apre solo martedì e venerdì sera, anche perchè la grande maggioranza dello staff, è composto da apprendisti che stanno facendo un tirocinio per imparare a cucinare o servire ai tavoli, e non possono quindi lavorare nè le domeniche né dopo le 10 di sera.

Falegnameria sotto forma di cooperativa sociale

Recupero di vecchio legno dismesso o legno usato. Tutto 100% riciclato.

Nei ristoranti tutti gli oggetti in legno,  i tavoli, le lampade, gli utensili… vengono realizzati dal progetto falegnameria.

Hanno fatto un recupero dalle sedie di scarto delle scuole cambiandone la seduta con il legno delle parti strutturali di vecchi divani, di cui hanno avuto uno stock di 1000 pezzi, e che una volta smantellati, hanno dato diversi pezzi di legno che possono essere riusati.

Urban CSA

Tutti i terreni sono recuperati da piccoli appezzamenti in mezzo alle case, sul loro primo terreno, non si poteva edificare, perché era il letto di un fiume il cui corso fù deviato negli anni 60 e per un periodo si allagava uguale, ora non più e la conversione agricola lo salva dalla cementificazione. Questo terreno di 1000 mq è piccolo, non è abbastanza, terra ed acqua biologiche non sono mai abbastanza, quindi si sono cominciati ad allargare cercando altri posti. Nel 2017 hanno iniziato a coltivare su un tetto ad un km di distanza, dove fanno meloni, cocomeri, melanzane… che nel mezzo delle case non vengono bene, perchè troppo in ombra. Poi ne hanno preso un’altro, sempre vicino, e sono arrivati ad un totale di circa 3000 mq di produzione nel raggio di 1 km nel centro della città.

Producono per 11 fruitori, 8 di questi ristoranti fanno parte del progetto, così come un negozio biologico, gli altri sono normali ristoranti che credono nel progetto di economia sociale e solidale.

Al di là dei terreni per i ristoranti hanno una CSA per mangiatori 5 km distante, CourJette, che è la seconda CSA nata a Bruxelles,  dove con 2 ettari a raccolta diretta, danno da mangiare a 250 membri, mentre sono 100 i membri di FleurAkker una CSA che produce fiori. Quello che avanza dalla raccolta diretta e finisce nella raccolta libera di CourJette, viene venduto o ridistribuito ai ristoranti del centro, a loro volta quando c’è un surplus sui campi dedicati ai ristoranti li danno alla CSA a costo zero. 

Compost

Il compost viene prodotto con gli scarti del ristorante, del negozio bio, e della falegnameria. Anche un asilo ed un birrificio portano i loro rifiuti organici.

Gli scarti della fermentazione della birra, servono da attivante, aggiungendoli al compost la temperatura sale visibilmente ed il compost non solo migliora ma velocizza il processo.

“Ogni 2 o 3 settimane rivoltiamo il compost a mano nel contenitore al suo fianco e ricominciamo il ciclo fino a svuotare il primo, così è pronto in 2 o 3 mesi. Nonostante sia un ottimo sistema, prende tempo ed energia e non basta mai, quindi ne compriamo anche da fuori.”

Distribuzione

La divisione per i ristoranti è bisettimanale, il martedì ed il giovedì, sul piano di azione, accanto ad ogni vegetale si aggiunge l’indicazione del campo da cui proviene, la mattina con le bici da carico partono dal campo base ed una volta raccolto si torna indietro, dove si lavano e dividono le verdure.

In inverno in mezzo alle case non c’è abbastanza luce, la produzione si riduce ai ristoranti interni al progetto e gli altri ristoranti cercano altri fornitori, cosa che destabilizza i ristoranti perché è più facile avere un fornitore costante,  e quando è marzo / aprile si apre la campagna adesione, dove gli tocca ricominciare a chiedere in giro se riconfermano di volere la fornitura di verdure.

La CSA dei fiori FleurAkker

L’idea era nata dopo il grande successo della parte dedicata alla raccolta diretta dei fiori della prima CSA della città “La Ferme du Chant des Cailles”, che sta finanziando tutto il resto della produzione alimentare proprio con i fiori, ma la differenza è che la prima CSA di Bruxelles è circondata da case, la gente taglia e paga da sola i fiori, e soprattutto ne può comprare solo 1 o 50 a scelta. FleurAkker invece è alle porte della città dove non ci sono passanti occasionali, e questo progetto funziona a quote in raccolta diretta.  La csa dei fiori nel 2022 non ce la faceva a pagare i suoi dipendenti ma affinando il sistema nel 2023 hanno assegnato tutte le quote previste e si è aperta la lista d’attesa per il 2024.

La scelta di coltivare fiori in maniera biologica sembra poco importante, ma pensate quale sterminio viene effettuato nel mettere dei pesticidi sui fiori che sono stati creati proprio per attirare gli insetti, è proprio questo il campo in cui l’intervento deve essere oculato e poco invasivo.

Amministrazione & Advocacy

Con il fatto che questo progetto è biologico, locale, sociale e stabile economicamente ottengono sempre buoni punteggi nell’applicazione ai bandi. Non scrivono i progetti da soli, collaborano con progettisti che diventano partner di progetto, hanno scelto che ognuno si occupi delle proprie competenze per professionalizzarsi al meglio.

Bruxelles sta discutendo una legge per supportare lo urban gardening, perché la legge europea al riguardo ed i relativi fondi vanno alle altre regioni del Belgio, visto che la regione di Bruxelles è quasi solo composta dalla città,  i sistemi di sostegno economico sono basati sul numero di ettari, il minimo per ricevere i fondi del bio in Bruxelles è gestire 2 ettari o più, un sistema che non è fatto per i piccoli agricoltori, è fatto per i proprietari terrieri che si creano uno stipendio basato sui fondi per le grandi superfici, ma l’agricoltura sociale non lavora su grandi superfici. L’agricoltura è supportata dai fondi per il biologico  ma per questo tipo di agricoltura deve puntare a quante persone si impiegano.

Il primo piano del palazzo è composto dagli uffici del Groot Eiland, per l’agricoltura hanno 2 uffici amministrativi, ci sono in tutto circa 13 persone a lavorare solo in ufficio.

Restituzione cooperativa sociale

Nell’orto chiamato Belakker (https://belakker.grooteiland.brussels/en) c’è 1 agricoltore pagato 4 giorni alla settimana e 2 tirocinanti sotto sussidio per disoccupazione, fanno un anno qui e poi vengono aiutati nel cercare lavoro, 5 persone diversamente abili la mattina lavorano su base volontaria. La maggior parte dei disoccupati sono stranieri arrivati da poco, si cerca di integrali, dargli delle regole, non eseguono solo lavori pratici, vengono responsabilizzati. Nelle altre realtà di agricoltura sociale c’è sempre un affiancamento studente ed insegnante, ma da loro non è possibile, perché un unico agricoltore non ha il dono dell’ubiquità tra più terreni, quindi vengono anche mandati da soli negli altri appezzamenti con le bici da carico per piantare o raccogliere. Questa indipendenza e libertà viene comunque monitorata con elasticità, se qualcuno impiega 3 ore a fare una cosa che ne richiede solo una, ci si comporta di conseguenza raddrizzando il tiro.

Dopo il tirocinio per disoccupati, trovano davvero lavoro?

Dei 4 tirocinanti del 2021, oggi uno lavora assunto come giardiniere, un’altro fa le pulizie in hotel, ed uno fa le consegne, e questo è un vanto, perché da loro non si impara solo a fare agricoltura, ma anche a vivere a Bruxelles, guidando la bicicletta nel mezzo di una città per loro nuova. Il quarto che è stato con loro non ha trovato lavoro.

“3 su 4. Decisamente funziona ma non facciamo miracoli.”

Sia la formazione nel ristorante che quella in falegnameria rilasciano attestati ufficiali, cosa che ancora non c’era per l’agricoltura, ma hanno iniziato una collaborazione con una scuola che manda un loro insegnante due volte alla settimana in CourJette e due volte alla settimana al terreno di Belakker, facendo sia formazione dei formatori che corsi agli studenti e legalizzando così la certificazione di frequenza.

Posti impiegati

Ogni anno cambiano i lavoratori, tranne i  6 docenti/senior, hanno 5 persone l’anno come tirocinanti agricoli, e molti che hanno il contratto per integrazione sociale, disabili fisici o mentali, in tutto sono 30 posti di lavoro legati all’agricoltura. In totale circa 70 persone sono coinvolte lavorativamente nel progetto.

Gli agricoltori sono pagati bene per 4⁄5 di un full time, il minimo sindacale è basato sulle competenze di studio, quindi se hai il master devi essere pagato per quel livello. Vendendo ai negozi, ristoranti e sotto forma di CSA, riescono a coprire gli stipendi, mentre investimenti, materiali, affitto ecc vengono pagati tramite sussidi, bandi e fondi. Da queste 4 piccole parcelle devono tirare fuori circa 40.000 € l’anno per pagare un buon stipendio a 4⁄5 del full time e ce la fanno con 3000 mq, in CourJette ci sono 2 persone a ⅘ , i costi del personale sono di circa 80.000 € e ce la fanno con 2 ettari.

Hanno un team di 4 persone per Groot Eiland, tra ristorante, giardino e falegnameria che sono in contatto con il municipio e organizzazioni no profit, come quella che paga i contratti dei disabili, e questi contatti mandano le candidature di persone per lavorare.

Una persona che partecipa all’integrazione lavorativa sui campi è sotto cura psicofarmacologica, e vogliamo lasciarvi con questo pensiero direttamente dalla voce dell’agricoltore di Groot Eiland: 

“Noi sappiamo quando prende la terapia e quando la salta, è un lavoro difficile ma anche molto bello. Lui è il più preciso di tutti e se poco poco chiacchieriamo la mattina ci ricorda di tornare a lavoro, ha un suo compito preciso: le cipolle primaverili che sono sotto sua responsabilità, e tutte le mattine inizia con questo compito, determinato, devoto. Abbiamo visto che questo percorso formativo fa bene a lui, ma dovete sapere che averlo in campo fa bene anche a noi.”

Alice Bognetti, Deafal

Deafal – Delegazione Europea per l’Agricoltura Familiare in Asia, Africa e America Latina

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