È terminato nel mese di febbraio il percorso “Cantieri di un mondo sostenibile”, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze ed organizzato da Deafal ONG. Un affascinante percorso con ragazzi e ragazze adolescenti dagli 11 ai 20 anni di età in due scuole pubbliche di Firenze, nel quale abbiamo svolto laboratori extrascolastici. Cinque esperti di agricoltura, erboristeria, naturopatia e rifiuti zero hanno guidato i laboratori.
Solitamente, Deafal si occupa di formazione rivolta a produttori tramite le tecniche dell’Agricoltura Organica e Rigenerativa. Cantieri di un mondo sostenibile, invece, si è rivolto alle scuole per mostrare che tutti possiamo adottare uno stile di vita più consapevole per ottenere un ambiente più sano e un’agricoltura più rispettosa. In particolare, abbiamo illustrato che la ricerca del prodotto agricolo a più basso prezzo si traduce in produzioni di pessima qualità, poco salutari per noi e per l’ambiente. Tutti noi, consumatori, co-produttori, insieme agli agricoltori tramite le nostre scelte di consumo decidiamo cosa e come coltivare. Per questo abbiamo scelto di intitolare i nostri laboratori “Mangiare è un atto agricolo” ispirandoci ad un libro di Wendel Berry.
Cambiare le nostre abitudini è un’azione importante e potente e determina non solo quello che accade nel nostro territorio, ma anche in altre parti del mondo. Portare questo impegno all’interno di un laboratorio scolastico ci è sembrato una scelta importante.
Mettere in discussione le nostre abitudini non è facile ma forse conoscere le conseguenze aiuta a capire meglio quanto peso hanno le nostre azioni. Confrontandoci con i ragazzi sulle cause dell’inquinamento ambientale, del cambio climatico, dei flussi di migrazione, e dell’uso indiscriminato delle risorse e della produzione di rifiuti sempre crescente, abbiamo cercato di analizzare le origini.
Siamo partiti dall’osservazione del nostro ambiente per capire meglio gli ingranaggi della natura, ma anche dove ci portano le nostre abitudini quotidiane.
Abbiamo esaminato cosa rende fertile i suoli e abbiamo capito insieme agli studenti che è fondamentale rigenerare i suoli per ottenere cibo sano e migliorare l’impatto ambientale e climatico delle pratiche agricole. Confrontando i prodotti acquistati al supermercato e al mercato di prodotti locali, abbiamo compreso quanto la prima opzione sia dannosa per noi e per l’ambiente e quanto grande sia l’impatto delle nostre scelte di consumo. Abbiamo anche scoperto come riconoscere essenze ed erbe spontanee, sia per uso domestico che erboristico mettendo in gioco tutti i sensi dei partecipanti.
Abbiamo infine sperimentato nei moduli successivi come possiamo contribuire ad una economia di vicinanza e soprattutto circolare che spreca molto meno risorse e riusa e ricicla gli scarti di lavorazione per creare nuove risorse. L’esempio della coltivazione di funghi commestibili su fondi di caffè, scarto facilmente reperibile, ha affascinato gli studenti al punto tale che nell’ultima lezione, hanno scelto di progettare una fungaia gestita da loro per la scuola.
L’esperienza ci ha mostrato l’efficacia del metodo adottato. Partire dalla pratica per condividere esperienze e saperi ha arricchito tanto gli studenti quanto i formatori. Lavorare all’esterno, in modo informale, con esempi e materiali reali e con lavori pratici per spiegare i contenuti delle nostre lezioni è stato vincente. Far vedere, gustare, sentire e toccare è stato molto gradito agli studenti. Senza lo schema abituale della lezione frontale, la trasmissione di esperienze invece delle nozioni, lavorare con le mani e con i sensi è piaciuto molto a noi formatori e anche agli studenti.
La metodologia piuttosto innovativa di lavorare con più formatori e piccoli gruppi di studenti contemporaneamente, su materie diverse ma complementari, nello spazio di circa 30 minuti per argomento, ha permesso un mantenimento alto del livello di attenzione da parte degli studenti. Lezioni preparate con flessibilità di esecuzione secondo la dinamica del gruppo della giornata, per tenere sempre alta la concentrazione sono stati un ulteriore punto di forza.
Il risultato più rilevante è stato il graduale aumento dell’interesse dei ragazzi. Già adolescenti, molti erano inizialmente demotivati e fermi sulle proprie convinzioni. Eppure, durante il percorso, hanno mostrato sempre più interesse e la progettazione collettiva ha fatto emergere il loro entusiasmo, dimostrando la consapevolezza che l’impegno in prima persona può generare cambiamento.
A dimostrazione di ciò, dopo appena una settimana dalla conclusione dei nostri laboratori, nell’istituto professionale dove abbiamo lavorato è stato avviato un progetto di apicoltura su iniziativa dei ragazzi. Tre arnie sono state portate negli spazi della scuola, coinvolgendo un esperto presente nell’ istituto.
Questo ci indica quanto sarà importante portare a realizzare alcuni dei progetti proposti e ci impegneremo per chiedere un incontro con i dirigenti scolastici degli istituti per discutere la fattibilità dei progetti.