Piccolo bilancio in chiusura del secondo anno di progetto
Arrivati al termine del secondo anno del progetto “Il karité delle donne delle Savane. Imprenditoria femminile e riforestazione in Togo” , i risultati e gli obiettivi raggiunti sono molti e il ruolo delle organizzazioni di supporto sta per concludersi.
Il progetto è stato realizzato in un’area che presenta numerose difficoltà per la vita dei suoi abitanti. In togo oltre il 61% della popolazione vive sotto la soglia di povertà mentre si stima che questa percentuale nella regione delle Savane salga fino al 90%. Questa regione si caratterizza per un limitato accesso alla sanità, all’energia elettrica e all’acqua potabile, inoltre l’analfabetismo è presente a livelli maggiori che nel resto del paese. La struttura della società, specialmente nelle aree rurali, è di tipo patriarcale; ciò rende difficile per le donne avere accesso ad un reddito sufficiente.
Negli ultimi anni, ad ostacolare le produzioni locali si sono aggiunti i sintomi dei cambiamenti climatici che hanno sensibilmente modificato la tempistica delle stagioni, prolungato i periodi di siccità, incrementato le calamità naturali e ridotto la fertilità dei suoli.
Per cercare di far fronte a queste problematiche, l’associazione GEVAPAF e la ONG DEAFAL, hanno agito sulla valorizzazione della filiera del burro di karité all’interno dei villaggi Djimotiga di Gniempol, coinvolgendo le donne delle cooperative Lampouguini e Djore-Name, in modo da migliorare la loro condizione socio-economica e di conseguenza far ricadere i benefici anche sulle loro famiglie. Le principali problematiche riscontrate nella filiera del karité sono la mancanza di strutture per lo stoccaggio e la trasformazione, la difficoltà di accesso ai mercati e la mancanza di un’organizzazione tra gruppi di produttori.
Una delle attività principali del progetto è stata l’equipaggiamento completo del centro di trasformazione delle noci di karité costruito nella precedente annualità di progetto nel villaggio di Gniempol. Questo centro di trasformazione, gestito dalle donne della cooperativa Djore-Name in modo da promuovere l’imprenditoria femminile del territorio, funge da punto di raccolta anche per i villaggi limitrofi.
Inoltre è stato costruito e parzialmente attrezzato un secondo centro di raccolta e trasformazione nel villaggio di Djimotiga, gestito dalle donne della cooperativa Lampouguini.
Un’altra attività fondamentale è stata la piantumazione di alberi di karité, che andranno a mitigare l’effetto dei cambiamenti climatici, rendendo l’economia dei villaggi più resiliente grazie all’abbondanza di sottoprodotti che forniscono, ma anche grazie ai benefici ecosistemici che ne derivano.