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Il Karité delle donne delle Savane – 3° annualità

Imprenditoria femminile e riforestazione in Togo

Concluso il:

31 Dicembre 2020

Contesto

Il progetto vuole contribuire all’empowerment socio-economico delle donne e alla resilienza ai cambiamenti climatici nella Regione delle Savane in Togo, attraverso la promozione dell’imprenditoria femminile e di pratiche agro-forestali sostenibili.

Nello specifico si intende migliorare le opportunità di reddito per le donne nelle Prefetture di Kpendjal e Kpendjal Ovest attraverso il rafforzamento della filiera del burro di karité, in particolare delle fasi di raccolta, trasformazione e conservazione.

A tale scopo, si prevede di migliorare la qualità e la quantità del burro di karitè prodotto dalle cooperative di donne dei villaggi di Gniempol (Cantone di Borgou) e di Djmotiga (Cantone di Naki Est), attraverso una maggior conoscenza e formazione sulla qualità delle fasi della raccolta e trasformazione, la piantumazione di nuove varietà di karitè e il rafforzamento delle dotazioni materiali delle unità di trasformazione di Gniempol e Djimotiga.


Ambiente e cambiamento climatico

Il Togo è tra i paesi più piccoli dell’Africa, con 56.785 km², ma caratterizzato da grande varietà di paesaggi e climi.

La Regione delle Savane, nel Nord del Paese, è la più vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico, con slittamenti della stagione delle piogge fino a 30 giorni, riduzione significativa dei livelli pluviometrici medi, aumento delle temperature medie. Nel settore agricolo e forestale, si riscontrano perdite consistenti a causa dell’aumento della variabilità pluviometrica.

La Regione delle Savane registra la percentuale più elevata di terre degradate e la sua popolazione patisce sensibilmente il fenomeno della deforestazione, poiché le specie arboree e arbustive della savana consentono usi alimentari importanti e costituiscono una delle principali fonti di reddito.

Demografia e società

In Togo, oltre il 61% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, percentuale ancora maggiore nelle aree rurali. Il 96% è occupato nel settore agricolo ed è altamente vulnerabile al cambiamento climatico per scarsa capacità di resilienza agli eventi climatici estremi, elevata dipendenza dall’agricoltura pluviale, mancanza di risorse economiche e tecnologiche.

La Regione delle Savane ha una superfice pari al 15% del territorio nazionale e il 13% della popolazione del Togo (828.224 abitanti). La popolazione rurale della regione è dell’85,91%, di cui il 79,72% per la Prefettura di Tone e il 96,64% nella zona del Kpendjal.

E’ la regione più povera (il 90% di persone vive al di sotto della soglia di povertà), la malnutrizione affligge il 64,2% della popolazione. L’analfabetismo è più elevato rispetto alla media nazionale, con il 30% degli uomini e il 20% delle donne alfabetizzati.

La discriminazione di genere è ampiamente diffusa soprattutto nelle aree rurali. In media, le famiglie con a capo una donna sono più povere (57,5%) rispetto alle famiglie con a capo un uomo (54,6%) e le donne hanno minore accesso alla terra.

Progetto

Secondo le Nazioni Unite, i Prodotti Forestali Non Legnosi – PFNL sono produzioni benefiche dal punto di vista ecosistemico ed economico per le comunità locali (citati nel programma REDD+). Inoltre, poiché la raccolta e trasformazione del Karitè in Togo sono attività tipicamente femminili, il rafforzamento della filiera contribuisce all’empowerment delle donne.

Tra marzo e agosto 2018 Deafal ha realizzato una raccolta dati quali-quantitativa sulla filiera del Karitè nei territori di intervento del progetto “Il karité delle donne delle Savane” (allegato “need assessment”). È stato intervistato un campione di 145 beneficiari dei cantoni di Borgou e Naki-Est, per il 90% donne.

Gli esiti dell’analisi hanno condotto all’elaborazione della proposta progettuale in oggetto, per rafforzare il lavoro svolto con la prima annualità (fondi OPM 2016) e quello avviato grazie al finanziamento della seconda annualità (fondi OPM 2017).

Attraverso tali interventi, si sono costituite due cooperative di donne trasformatrici (Djore-name di Gniempol con 44 donne e Lampougouni di Djimotiga con 53 donne), alle quali è stata affidata la gestione di due unità di trasformazione in fase di avvio.

La modalità di riproduzione delle piante è la rigenerazione naturale assistita, ma essa non risolve il problema del disboscamento dei parchi di Karitè, che limita la quantità di materia prima disponibile. Non consente neppure di tenere sotto controllo la qualità delle varietà di karitè.

La raccolta delle noci di karité è fortemente legata ai cicli stagionali e annuali, in mancanza di corrette tecniche e attrezzature per la conservazione del prodotto.

Il metodo artigianale di trasformazione del burro di karité prevede l’uso di strumenti rudimentali e richiede una quantità significativa di acqua, legname e lavoro.

Il metodo artigianale moderno, con l’introduzione di macchinari quali mulino elettrico, macina, frantoio e presse, permette di ottenere una maggiore estrazione di olio e di ridurre notevolmente il tempo lavoro rispetto al metodo manuale.

La quasi totalità dei gruppi di produttrici e delle produttrici individuali non dispone di infrastrutture e strumentazioni appropriate. La conservazione e lo stoccaggio vengono fatti direttamente sul suolo, all’aria aperta, anche per diversi giorni.

La vendita è informale, a scapito della valorizzazione del prodotto: sono molte le donne che preferiscono vendere le noci subito dopo la raccolta, a causa della mancanza di luoghi di stoccaggio e della difficoltà di produrre in quantità e qualità idonee per un mercato più ampio.

Oltre ai già evidenziati problemi di disponibilità della materia prima (quantità), ad ottobre 2018 sono state effettuate analisi di laboratorio basilari sul burro di karitè prodotto dalle due cooperative, che hanno evidenziato una qualità medio bassa.

Per migliorare le opportunità di commercializzazione è necessario innanzitutto incrementare e stabilizzare quantità e qualità del prodotto, riducendo i tempi di raccolta/essicazione e l’esposizione a calore e luce, e intervenendo sulla qualità delle fasi di raccolta, trasformazione e conservazione.

Per rispondere a tali necessità, il progetto si pone come obiettivo specifico quello di migliorare le opportunità di reddito per le donne nelle Prefetture di Kpendjal e Kpendjal Ovest attraverso il rafforzamento della filiera del burro di karité, in particolare delle fasi di raccolta, trasformazione e conservazione.

Il risultato atteso è: migliorate la qualità e la quantità del burro di karitè prodotto dalle cooperative di donne dei villaggi di Gniempol (Cantone di Borgou) e di Djimotiga (Cantone di Naki Est), attraverso una maggior conoscenza e formazione sulla qualità delle fasi della raccolta e trasformazione e il rafforzamento delle dotazioni materiali delle unità di trasformazione.

Per il raggiungimento del risultato, verranno realizzate le seguenti attività:

A1.1 Consulenza e formazione sulla qualità della materia prima e della raccolta
Un esperto internazionale dell’Alleanza Globale per il Karitè, analizzerà la fase della raccolta e della prima lavorazione delle due cooperative per evidenziare le possibilità di miglioramento. Contestualmente l’esperto formerà gli animatori locali di GEVAPAF perché possano trasferire alle donne delle cooperative gli esiti dell’analisi e le conoscenze apprese in incontri formativi a cascata.

A1.2 Realizzazione vivaio/semenzaio per miglioramento qualità e quantità della materia prima
Per incrementare la disponibilità di materia prima e la selezione delle varietà di maggior valore, verrà realizzato un vivaio per la piantumazione a beneficio delle due cooperative di donne. L’attività sarà accompagnata dalla sensibilizzazione alla gestione sostenibile delle risorse forestali e all’adozione di sistemi di produzione di energia e cottura che riducano la dipendenza dall’uso del legname.

A1.3 Consulenza e formazione sulla qualità dei processi di trasformazione
Un esperto di filiera agroalimentare si occuperà di analizzare la fase di trasformazione del Karitè e le necessità di miglioramento delle due centrali di trasformazione avviate, al fine di incrementare qualità e quantità del prodotto. L’esperto formerà gli animatori locali sul miglioramento dei sistemi produttivi adottati. Le conoscenze e le tecniche apprese verranno trasferite alle donne delle cooperative attraverso successive formazioni a cascata di carattere pratico.

A1.4 Adeguamento delle attrezzature dei centri di trasformazione per migliorare la conservazione della materia prima e la qualità del prodotto finito
L’attività prevede un primo intervento di miglioramento delle due centrali di trasformazione di Gniempol e Djimotiga, equipaggiando entrambe con una cella frigo a energia solare per la conservazione dei prodotti e dotando la centrale di Djimotiga di un mulino elettrico completo, per rendere più efficiente la molitura e la pressatura delle noci di Karitè. Gli animatori locali formeranno le donne al corretto utilizzo dei macchinari.

Partner:

GEVAPAF

Finanziatori:

Tavola Valdese

News

25/09/20 Il Karitè delle donne delle savane al suo terzo anno di attività